Kufia, 100 matite per la Palestina | BLOG |

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Kufia | Visual blog for Palestine

A collection of images, artworks and words is opens to every contribute from world wide, collectives and individuals, as supporting tool to "Kufia project - 100 disegnatori per la Palestina" (100 illustrators for Palestine). The goal of these pages is the comparison, the harvest of ideas, projects that are supporting the palestinian struggle for self-determination.

You can add this project publishing your own artworks or words, spreading around the url, telling it to your friends.


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A visual blog for Palestine.
Questa raccolta di immagini e parole, aperta ai contributi di tutti gli utenti, gruppi e sensibilità diffuse, è un supporto al progetto Kufia, 100 disegnatori per la Palestina.
Lo scopo di queste pagine è il confronto, la raccolta di idee, spunti, progetti che sostengano la lotta di autodeterminazione del popolo palestinese.

Potete partecipare al progetto pubblicando le vostre immagini e parole, diffondendo questo url, parlandone con amici e invitandoli a partecipare e sostenere.

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Publish Archive The project Contacts Credits

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solidarite-palestine

 Title: solidarite-palestine
Name: gianluca costantini
Txt: SOLIDARITE' PALESTINE RIDOTTO AL SILENZIO. IL COMUNICATO DELLA REDAZIONE.

Appena 48 ore dopo essere stato rimesso in linea, con un nuovo dominio e con un altro provider, il sito Solidarité-Palestine è da tre giorni obiettivo di un nuovo attacco, particolarmente virulento.

Al contrario dei due primi attacchi che hanno ridotto il sito al silenzio, quest'ultimo è stato rivendicato da un'associazione che dice di chiamarsi «berg-Pearl», e afferma che continuerà gli attacchi al provider «24 ore su 24 e 7 giorni su 7» fino a quando il provider stesso non avrà soppresso questo «sito straccione» e «antisemita» (sic).

Per porre termine il più rapidamente possibile al considerevole pregiudizio subito dal provider e da tutti i suoi clienti, abbiamo deciso di comune accordo di disattivare il sito Solidarité-Palestine. Il provider ha depositato alla Brigata Centrale per la Repressione della Criminalità Informatica una denuncia contro ignoti ai sensi degli articoli dal 323-1 al 323-7 del codice penale.

Noi faremo tutto il possibile per combattere quelli che, in nome della difesa incondizionata della politica di Israele, praticano l'invettiva, la minaccia e il terrorismo virtuale per ridurre al silenzio un sito che dall'inizio della seconda Intifada costituisce ul luogo pluralista di scambio e di analisi, aperto alle diverse correnti, movimenti ed idee che attraversano la lotta contro l'occupazione e la colonizzazione, senza esclusioni e con la costante preoccupazione di denunciare tutti i razzismi e tutte le ingiustizie.

L'équipe di Solidarité-Palestine

Nivelles, 17 giugno 2004


Traduzione di Germano Monti

alfredo tradardi
itàca
cultural association for the promotion of contemporary performing arts
via giovanni xxiii n. 21
10010 mercenasco (to)
italy
tel +39 125 710411
fax +39 125 644819
italian mobile +39 347 2745166
mobile in palestine 067 379169
a.tradardi@flashnet.it

Url\Email: http://www.solidarite-palestine.org
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Le sue torture /// blog of the daily life in Palestine

 Title: Le sue torture /// blog of the daily life in Palestine
Name: XXX
Txt: giorno dopo giorno comincio ad entrare nella testa e nella vita dei miei compagni di appartamento. vuoi per mancanza di tempo, vuoi per orari completamente diversi, finora non vi sono state grandissime occasioni per capire chi sono le persone con cui condivido il mio spazio "privato". Shadi e' il mio compagno di stanza. O meglio - uno dei miei compagni di stanza. Persona schietta. Non si racconta facilmente. Ma allo stesso tempo invade i tuoi spazi intimi con domanderichieste che a tratti risultano snervanti. Ti incalza con la sua curiosita' a qualsiasi ora nella notte. Non si fa problema alcuno nello svegliarti e nell'estorcerti una qualche discussione - spesso e volentieri futile - anche se in quel momento sei tuttaltro che propenso alla chiaccherata, e non ti prendi nemmeno la briga di nasconderlo. Una di queste notti siamo rimasti soli. I coinquilini tutti fuggiti al summercamp di AlMubadara - il partito con cui sto attualmente collaborando e di cui shadi e' membro. Ad incalzare, una volta tanto, sono io. dadovevienishadi. dimmichisei. e shadi comincia a raccontare. di un episodio risalente ad un anno fa. della sua cattura da parte degli israeliani. lui che comunque e' persona mite, moderata. lui che divide il suo tempo tra il servizio alla rossa crescente e la danza. che se parla di politica preferisce inveire contro hamas piuttosto che contro sharon. che della sua terra odia l'assurdo autolesionismo. anche volendo e' impossibile associare alcuna "pericolosita'" a shadi. ma da queste parti il caso spesso e volentieri impone le proprie scelte anche sulle piu' ferree volonta'. e con shadi ha voluto calcare la mano pesantemente. nell'aprile 2003 due cittadini arabi con passaporto inglese si fecero saltare in aria ad Erez, Gaza. e quell'attentato, cosi' particolare perche' a compierlo furono due stranieri, ha lasciato una scia nefasta che va oltre gli innocenti che a suo tempo morirono dilaniati dalla bomba. shadi conobbe pochi giorni prima i due terroristi. si presentarono al centro giovanile della rossa crescente come internazionali. e chiesero di visitare la citta'. shadi fece loro da guida. e li porto' per ramallah, illustrando loro quanto l'anno prima successe durante l'invasione. facendo loro visitare le macerie della muqata. parlandoli di una citta' martoriata e di una occupazione criminale. e li ospito' - perche' nella cultura araba l'ospitalita' e' un fattore sacro. imprescindibile. e tutto cio' che seppe da loro e che erano diretti a Gaza, ed i loro nomi. al mattino del giorno seguente i due pregarono. e lasciarono in fretta la casa e stupito shadi. perche' mai aveva visto due stranieri pregare e invocare allah. ma il tempo dei dubbi purtroppo*perfortuna, ebbe vita breve. perche' a soli due giorni da quello strano incontro, shadi apprese che i suoi "ospiti" erano due terroristi. e che ad erez avevano fatto strage. e segnato la sua vita. perche' non sarebbe passato molto tempo prima che gli israeliani avrebbero preso anche lui. per accusarlo di connivenza. per costringerlo a parlare.
non ebbe il tempo di lasciare la casa, shadi. e nemmeno di bruciare tutti quei documenti che in casa sua provavano la sua militanza in almubadara. "il partito non va coinvolto". e tantomeno e' salutare lasciare trapelare/capire di essere una persona attiva sul territorio. perche' - dopo i terroristi ed i militanti armati - sono questo tipo di umanita' che gli israeliani temono di piu'. e che combattono con ogni mezzo - lecito e sopratutto illecito.
le forze speciali circondarono la sua casa. e dall'alto entrarono per arrestarlo, incappucciarlo e legarlo.
gli israeliani non lo interrogarono. non subito almeno. perche' per carpire qualsivoglia informazione bisogna prima fiaccare l'animo dell'interrogato. cosa che puntalmente fecero. shadi venne messo per 7 giorni in un buco. un metro per lato. oscuro affinche' tra la notte ed il giorno non vi fosse differenza. immerso fino a meta' bacino negli scarichi fognari israeliani. e costretto a navigare nei propri. seminudo.
all'ottavo giorno non gli concesero riposo. lo lavarono, lo vestirono e lo portarono a gerusalemme per interrogarlo. senza che la sua famiglia potesse sapere nulla del figlio disperso. col padre di shadi che ogni giorno si recava agli uffici di almubadara per supplicare mustafa barghouti di fare qualcosa. qualsiasi cosa per quel loro figlio.
a gerusalemme shadi venne torturato. nuovamente. appeso per le braccia ad una pertica. per 9 ore racconta lui. con le ossa che premevano per schizzare via dal corpo. percosso e picchiato. ma lui non aveva niente da dire. perche' lui per primo ignorava chi fossero i suoi ospiti. e non si possono estorcere ad un uomo informazioni che non possiede. shadi non menti' perche' non poteva mentire. non aveva nessuno da salvare al di fuori di se stesso. i successivi dodici giorni li passo' in una cella. isolato. ma non ancora lontano dagli orrori dei giorni precedenti. sciopero della fame, non scelto ma imposto dai suoi carcerieri - che gli negarono il cibo. luci sempre accese. affinche' non gli fosse possibile dormire. ed i pestaggi, puntuali, in quella che lui credeva dovesse essere la notte. Venti giorni in tutto. Che sarebbero diventati molti di piu' - se Barghouti non fosse intervenuto facendo leva sulle ambasciate di mezzo mondo, affinche' quel ragazzo innocente fosse risparmiato da ben peggiore sorte. Alla sua uscita dal carcere, in cosi' poco tempo, shadi aveva perso oltre dieci chili. e sangue. tanto sangue. abbastanza da dover passare altrettanti giorni in una camera di ospedale - affinche' il suo corpo si ri+abituasse ad una parvenza di normalita'. la dignita' - quella no - gli israeliani non riuscirono a rubargliela. ed oggi shadi continua a danzare ai ritmi lenti della musica araba. e continua a girare per la westbank con la sua ambulanza. per strappare via dalle mani dei suoi carnefici altre vite. per salvarle, cosi' come altre mani capaci un tempo salvarono la sua.

Url\Email: http://attentoragazzo.splinder.it
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Israeli invasions wreak death and havoc

 Title: Israeli invasions wreak death and havoc
Name: Motaz Abuthiab
Txt:

A nine-year-old Palestinian boy has been shot dead by Israeli troops during a military invasion into the southern Gaza Strip town of Rafah.






Umar Muhammad Abu Zraihan was pronounced dead on arrival at hospital after being shot in the head during the early morning incursion in the Brazil neighbourhood, witnesses said.


Around 15 armoured vehicles had entered Rafah, which was the scene of a major Israeli offensive around a month ago.


It was a day marked with many invasions and much violence as a 26-year-old member of the Palestinian movement Hamas was shot dead in clashes with Israeli troops taking part in a major offensive in the northern Gaza Strip, medical sources said on Thursday.


Ismail Nabhan was killed in exchanges of fire around Jabalia, next to the town of Bait Hanun, where soldiers are involved in a large-scale invasion.


Wednesday night gunfight


He was killed in a gunfight on Wednesday night but his body was not delivered to the local hospital until Thursday morning.




The latest deaths bring the overall toll since the September 2000 outbreak of the Palestinian intifada to 4,140, including 3,145 Palestinians and 923 Israelis, according to an AFP count.


In Nablus, residents said troops moved again into the city's old town, or casbah, closing its entrances and taking over a number of houses in a search for Palestinian fighters.


And in Jericho, hundreds of Israeli occupation troops, backed by tanks, armoured personnel carriers and helicopter gunships, stormed the small Palestinian town, according to witnesses.


Streets, infrastructure destroyed


Jericho City officials told Aljazeera.net on Thursday that tanks were destroying street embankments and infrastructure and helicopters were hovering over the city.


"They came to terrorise the city, it seems they can't bear seeing Palestinians enjoy any modicum of quiet or have some mental equanimity," said Wisam Shweiky, a spokesman for the Jericho municipality.


He said Israeli soldiers were arresting local youths on suspicion of association with Palestinian resistance groups as snipers were posted on strategic rooftops overlooking main streets.


Unconfirmed reports spoke of between 30-40 Palestinians arrested throughout the city and at least one house badly damaged.


The army reportedly isolated the oasis border town, cutting it off from other towns and villages.


Traffic at stand-still


Traffic to the nearby border-crossing between Jordan and the West Bank was also brought to a halt as a result of the early morning invasion.




Israel tightly controls all border-crossings to and from the West Bank, barring hundreds of thousands of Palestinians from travelling abroad.


An Israeli army spokesman said the "foray" in Jericho was aimed at apprehending "possible terrorists," a reference to Palestinian resistance activists fighting Israel's decades-old occupation of Palestine.


The Israeli army, which reoccupied all former Palestinian autonomous enclaves in the West Bank more than two years ago, carries out routine and almost daily invasions of Palestinian population centres, often terrorising inhabitants and disrupting their daily life.


The Israeli army insists the operations, usually accompanied by intensive firing from heavy machine guns and loud explosions, are aimed at arresting or assassinating suspected guerillas.


Excessive force used


However, Israeli sources have recently revealed that the army resorted to using excessive and disproportionate power against Palestinian residential areas for the purpose of "burning into their consciousness" and "making them internalise their weakness and come to terms with Israeli strength and superiority."


On Wednesday, the Israeli newspaper Ha'aretz reported that much of army "activities" against Palestinians had no "operational or professional justification" and that their main goal was to inflict suffering on ordinary civilians for the purpose of bringing the Palestinian society to its knees.


In this context, it was also revealed that the Israeli army fired more than 1,300,000 bullets and projectiles on Palestinian towns and villages in the first few days of the intifada.


Israel also used F-16s fighter jets, apache helicopter gunships, dart bombs and other kinds of lethal and deadly weapons against Palestinian population centres, killing thousands and maiming more.


The excessive use of power against the mainly unprotected and defenceless Palestinian population centres played a decisive role in the growing human bombing phenomenon.


Bomber's motivation


Last year, a study published by the Israeli army concluded that Palestinian bombers were motivated more by Israeli repression than by religious zeal.



The Jericho invasion coincides with a large Israeli army operation in northern Gaza where Israeli bulldozers reportedly uprooted and utterly destroyed thousands of citrus and olive trees, thus denying many Palestinian farmers of the main source of their livelihood.


The Israeli army routinely resorts to collective punishments when Palestinian resistance groups carry out attacks inside Israel.


Since the outbreak of the Al-Aqsa Intifada, the Israeli army has destroyed over half a million Palestinian trees, creating what a former British politician called, ‘environmental genocide’.


The former official, Ian Gilmor, who served in the Margaret Thatcher government, expressed his shock at seeing the scope of destruction committed by the Israeli army.


"The Israelis used to boast of turning the desert into bloom. Now they can boast of reducing the previously blooming Palestinian orchards and fields to desert," said Gilmor.




Url\Email: http://english.aljazeera.net/NR/exeres/A6A7348B-2BF4-4918-A8EE-16E6DB261993.htm
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Mr.

 Title: Mr.
Name: Idan Maadan
Txt: I'm israeli.
Let's stop this stupid war and move to america...

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Manifestazione pacifica contro la costruzione del Muro ad Az-Zawya

 Title: Manifestazione pacifica contro la costruzione del Muro ad Az-Zawya
Name: Gianluca Costantini
Txt: 22 giugno 2004
Israele - Territori Occupati Palestinesi

Manifestazione pacifica contro la costruzione del Muro ad Az-Zawya.

Cinque internazionali e tre palestinesi in stato di fermo presso la polizia di
frontiera israeliana.

Almeno venti feriti palestinesi per grave intossicazione da gas fumogeno (CS)
e per rubber bullets.

Presenti alla manifestazione insieme alla popolazione il Mufti di Gerusalemme,
ebrei israeliani e pacifisti nonviolenti internazionali, tra i quali alcuni
italiani volontari dell'Operazione Colomba dell'Associazione Comunita' Papa
Giovanni XXIII.

Almeno venti i feriti a conclusione della manifestazione pacifica contro gli
attuali lavori di costruzione del Muro a Az-Zawya, paese palestinese dei
Territori Occupati.
Il corteo degli abitanti del villaggio, con in testa il Mufti di Gerusalemme
(massima autorità religiosa musulmana in questa regione), e' stato attaccato
immediatamente dalla polizia di frontiera e dall'esercito israeliano non
appena uscito dalle prime case del villaggio. Il tentativo pacifico e non
violento di fermare i lavori e' stato cosi' immediatamente e violentemente
disperso dai militari armati posti a difesa del cantiere di costruzione del
Muro. Il ripetuto lancio di lacrimogeni CS è continuato per ore seguito anche
da spari di rubber bullets e sound bombs. In nessun momento il corteo ha
minacciato l'incolumità dei soldati.
Dopo circa 40 minuti di spari ininterrotti di gas lacrimogeno, bombe sonore e
rubber bullets, alcuni manifestanti hanno reagito con uno sporadico lancio di
sassi. Dopo due ore dall'inizio del corteo, al fine di disperdere la
popolazione che nonostante la situazione continuava a riorganizzare con
caparbia volonta' il corteo per procedere pacificamente verso il cantiere, i
militari israeliani sono entrati nel villaggio con le jeep blindate lanciando
lacrimogeni e sound bombs, disperdendo la gente. In questo momento sono in
stato di fermo presso la polizia di frontiera israeliana, cinque
internazionali e tre palestinesi raggiunti all'interno di una casa privata in
cui avevano cercato rifugio. I cinque internazionali ora rischiano il quasi
certo arresto e la seguente probabile espulsione da Israele.
In questi giorni si sta costruendo il Muro a ridosso del villaggio, e
l'ultimazione dei lavori porterà alla
sopressione di molti terreni coltivati e all'isolamento del villaggio dai
centri abitati vicini. Occorre ricordare che il Muro , definito di
"annessione" dallo "Speciale Rapporteur delle Nazioni Unite", entra a volte
anche per Km all'interno della Cisgiordania, aggravando con la soppressione
di migliaia ettari di coltivazioni e con la restrizione degli spostamenti, la
già drammatica situazione economica palestinese.
Tutto questo avviene mentre si attende che la Corte Internazionale di
Giustizia dell'Aia esprima il suo parere sulla legittimità della costruzione
del Muro, come richiesto dalla maggioranza dei Paesi componenti l'Assemblea
delle Nazioni Unite.
Alla dimostrazione odierna erano presenti anche ebrei israeliani, attivisti
internazionali e alcuni italiani, volontari dell'Operazione Colomba, il
Corpo Civile di Pace dell'Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII, una presenza di
condivisione con la vita delle vittime della guerra, da entrambe le parti in
conflitto.

Url\Email: http://www.operazionecolomba.org
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