Kufia, 100 matite per la Palestina | BLOG |

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Kufia | Visual blog for Palestine

A collection of images, artworks and words is opens to every contribute from world wide, collectives and individuals, as supporting tool to "Kufia project - 100 disegnatori per la Palestina" (100 illustrators for Palestine). The goal of these pages is the comparison, the harvest of ideas, projects that are supporting the palestinian struggle for self-determination.

You can add this project publishing your own artworks or words, spreading around the url, telling it to your friends.


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A visual blog for Palestine.
Questa raccolta di immagini e parole, aperta ai contributi di tutti gli utenti, gruppi e sensibilità diffuse, è un supporto al progetto Kufia, 100 disegnatori per la Palestina.
Lo scopo di queste pagine è il confronto, la raccolta di idee, spunti, progetti che sostengano la lotta di autodeterminazione del popolo palestinese.

Potete partecipare al progetto pubblicando le vostre immagini e parole, diffondendo questo url, parlandone con amici e invitandoli a partecipare e sostenere.

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 Titolo: Le sue torture /// blog of the daily life in Palestine

Le sue torture /// blog of the daily life in Palestine

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Nome: XXX
Testo: giorno dopo giorno comincio ad entrare nella testa e nella vita dei miei compagni di appartamento. vuoi per mancanza di tempo, vuoi per orari completamente diversi, finora non vi sono state grandissime occasioni per capire chi sono le persone con cui condivido il mio spazio "privato". Shadi e' il mio compagno di stanza. O meglio - uno dei miei compagni di stanza. Persona schietta. Non si racconta facilmente. Ma allo stesso tempo invade i tuoi spazi intimi con domanderichieste che a tratti risultano snervanti. Ti incalza con la sua curiosita' a qualsiasi ora nella notte. Non si fa problema alcuno nello svegliarti e nell'estorcerti una qualche discussione - spesso e volentieri futile - anche se in quel momento sei tuttaltro che propenso alla chiaccherata, e non ti prendi nemmeno la briga di nasconderlo. Una di queste notti siamo rimasti soli. I coinquilini tutti fuggiti al summercamp di AlMubadara - il partito con cui sto attualmente collaborando e di cui shadi e' membro. Ad incalzare, una volta tanto, sono io. dadovevienishadi. dimmichisei. e shadi comincia a raccontare. di un episodio risalente ad un anno fa. della sua cattura da parte degli israeliani. lui che comunque e' persona mite, moderata. lui che divide il suo tempo tra il servizio alla rossa crescente e la danza. che se parla di politica preferisce inveire contro hamas piuttosto che contro sharon. che della sua terra odia l'assurdo autolesionismo. anche volendo e' impossibile associare alcuna "pericolosita'" a shadi. ma da queste parti il caso spesso e volentieri impone le proprie scelte anche sulle piu' ferree volonta'. e con shadi ha voluto calcare la mano pesantemente. nell'aprile 2003 due cittadini arabi con passaporto inglese si fecero saltare in aria ad Erez, Gaza. e quell'attentato, cosi' particolare perche' a compierlo furono due stranieri, ha lasciato una scia nefasta che va oltre gli innocenti che a suo tempo morirono dilaniati dalla bomba. shadi conobbe pochi giorni prima i due terroristi. si presentarono al centro giovanile della rossa crescente come internazionali. e chiesero di visitare la citta'. shadi fece loro da guida. e li porto' per ramallah, illustrando loro quanto l'anno prima successe durante l'invasione. facendo loro visitare le macerie della muqata. parlandoli di una citta' martoriata e di una occupazione criminale. e li ospito' - perche' nella cultura araba l'ospitalita' e' un fattore sacro. imprescindibile. e tutto cio' che seppe da loro e che erano diretti a Gaza, ed i loro nomi. al mattino del giorno seguente i due pregarono. e lasciarono in fretta la casa e stupito shadi. perche' mai aveva visto due stranieri pregare e invocare allah. ma il tempo dei dubbi purtroppo*perfortuna, ebbe vita breve. perche' a soli due giorni da quello strano incontro, shadi apprese che i suoi "ospiti" erano due terroristi. e che ad erez avevano fatto strage. e segnato la sua vita. perche' non sarebbe passato molto tempo prima che gli israeliani avrebbero preso anche lui. per accusarlo di connivenza. per costringerlo a parlare.
non ebbe il tempo di lasciare la casa, shadi. e nemmeno di bruciare tutti quei documenti che in casa sua provavano la sua militanza in almubadara. "il partito non va coinvolto". e tantomeno e' salutare lasciare trapelare/capire di essere una persona attiva sul territorio. perche' - dopo i terroristi ed i militanti armati - sono questo tipo di umanita' che gli israeliani temono di piu'. e che combattono con ogni mezzo - lecito e sopratutto illecito.
le forze speciali circondarono la sua casa. e dall'alto entrarono per arrestarlo, incappucciarlo e legarlo.
gli israeliani non lo interrogarono. non subito almeno. perche' per carpire qualsivoglia informazione bisogna prima fiaccare l'animo dell'interrogato. cosa che puntalmente fecero. shadi venne messo per 7 giorni in un buco. un metro per lato. oscuro affinche' tra la notte ed il giorno non vi fosse differenza. immerso fino a meta' bacino negli scarichi fognari israeliani. e costretto a navigare nei propri. seminudo.
all'ottavo giorno non gli concesero riposo. lo lavarono, lo vestirono e lo portarono a gerusalemme per interrogarlo. senza che la sua famiglia potesse sapere nulla del figlio disperso. col padre di shadi che ogni giorno si recava agli uffici di almubadara per supplicare mustafa barghouti di fare qualcosa. qualsiasi cosa per quel loro figlio.
a gerusalemme shadi venne torturato. nuovamente. appeso per le braccia ad una pertica. per 9 ore racconta lui. con le ossa che premevano per schizzare via dal corpo. percosso e picchiato. ma lui non aveva niente da dire. perche' lui per primo ignorava chi fossero i suoi ospiti. e non si possono estorcere ad un uomo informazioni che non possiede. shadi non menti' perche' non poteva mentire. non aveva nessuno da salvare al di fuori di se stesso. i successivi dodici giorni li passo' in una cella. isolato. ma non ancora lontano dagli orrori dei giorni precedenti. sciopero della fame, non scelto ma imposto dai suoi carcerieri - che gli negarono il cibo. luci sempre accese. affinche' non gli fosse possibile dormire. ed i pestaggi, puntuali, in quella che lui credeva dovesse essere la notte. Venti giorni in tutto. Che sarebbero diventati molti di piu' - se Barghouti non fosse intervenuto facendo leva sulle ambasciate di mezzo mondo, affinche' quel ragazzo innocente fosse risparmiato da ben peggiore sorte. Alla sua uscita dal carcere, in cosi' poco tempo, shadi aveva perso oltre dieci chili. e sangue. tanto sangue. abbastanza da dover passare altrettanti giorni in una camera di ospedale - affinche' il suo corpo si ri+abituasse ad una parvenza di normalita'. la dignita' - quella no - gli israeliani non riuscirono a rubargliela. ed oggi shadi continua a danzare ai ritmi lenti della musica araba. e continua a girare per la westbank con la sua ambulanza. per strappare via dalle mani dei suoi carnefici altre vite. per salvarle, cosi' come altre mani capaci un tempo salvarono la sua.

Url\Email: http://attentoragazzo.splinder.it


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