Kufia, 100 matite per la Palestina | BLOG |

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Kufia | Visual blog for Palestine

A collection of images, artworks and words is opens to every contribute from world wide, collectives and individuals, as supporting tool to "Kufia project - 100 disegnatori per la Palestina" (100 illustrators for Palestine). The goal of these pages is the comparison, the harvest of ideas, projects that are supporting the palestinian struggle for self-determination.

You can add this project publishing your own artworks or words, spreading around the url, telling it to your friends.


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A visual blog for Palestine.
Questa raccolta di immagini e parole, aperta ai contributi di tutti gli utenti, gruppi e sensibilità diffuse, è un supporto al progetto Kufia, 100 disegnatori per la Palestina.
Lo scopo di queste pagine è il confronto, la raccolta di idee, spunti, progetti che sostengano la lotta di autodeterminazione del popolo palestinese.

Potete partecipare al progetto pubblicando le vostre immagini e parole, diffondendo questo url, parlandone con amici e invitandoli a partecipare e sostenere.

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 Titolo: “Rompere il silenzio”

“Rompere il silenzio”

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Nome: gianluca costantini
Testo: Soldati che “rompono il silenzio”
da il manifesto, 5 giugno 2004

“Rompere il silenzio”. È questo il titolo della mostra inaugurata alla scuola di fotografia di Tel Aviv che vede protagonisti un’ottantina di soldati israeliani che hanno prestato servizio militare nella città palestinese di Hebron (200 mila abitanti), nella Cisgiordania occupata. Fotografie e videotestimonianze per raccontare l’abuso quotidiano di Hebron e degli abitanti palestinesi di fatto tenuti in ostaggio da 500 coloni israeliani, tra i più estremisti, che si sono insediati nella città dopo l'occupazione nel 1967. “Vogliamo dire le cose come stanno - ha spiegato Misha Kurz, 20 anni, soldato di leva - per riferire agli israeliani che cosa accade in quella città e mettere in guardia altri soldati che presteranno servizio in una situazione assurda”. A Hebron, ha proseguito Kurz, “mi è stato insegnato (dai superiori e dai coloni) che i palestinesi sono tutti potenziali terroristi, anche un bambino di 9 anni o un anziano di 90 anni”.
Altri soldati hanno raccontato di un loro commilitone che una volta, per “divertirsi un po’”, ha lanciato una granata assordante in direzione di alcuni bambini palestinesi. Oppure il caso di un loro ufficiale che, senza motivo, ha fatto bloccare un corteo nuziale palestinese e sequestrare le chiavi di tutte le automobili, non mancando di ridere quando la sposa ha cominciato a piangere.
Noam ha spiegato il difficile rapporto con i coloni. “Appena arrivi in città un ragazzino ebreo ti accoglie offrendoti dolci e caffè. Il giorno dopo lo vedi che, assieme ad altri, prende a bastonate un anziano palestinese”. Una foto riprende la scritta, in ebraico, sulla saracinesca di un negozio arabo: “Palestinesi alle camere a gas”. I coloni hanno reagito a “Rompere il silenzio” accusando gli organizzatori di essere “filo-palestinesi” e nemici di Israele.

Url\Email: http://www.inguine.net/kufia/actions.htm


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